Basi della Marina Militare

LA Maddalena

(Ricerca eseguita dal C.te Millelire di Grupsom)

 

La Maddalena è la maggiore di 7 isole che compongono l’omonimo arcipelago. La sua invidiabile posizione strategica, nel cuore del Mediterraneo, le ha concesso una tale e rilevante parte nella storia che sicuramente pochi altri siti di così piccole dimensioni possono vantare.


Nella foto aerea: sulla destra l'Isola di Caprera, a sinisra La Maddalena con, di fronte, l'isola di Santo Stefano.


La storia militare recente, tralasciando il periodo “Romano” e delle occupazioni genovesi e pisane, dell’isola di La Maddalena, o meglio del suo arcipelago, inizia nel momento dell’occupazione dell’arcipelago da parte delle truppe piemontesi, nella seconda metà del ‘700. Subito l’isola viene fortificata con opere difensive e di avvistamento. L’operazione non sfugge però alla vicinissima Francia che avverte la minaccia di una fortificazione militare così vicina alla Corsica, già divenuta francese.
Per risolvere definitivamente la questione, nel 1793 una flotta francese muove all’occupazione delle “isole intermedie”, come all’epoca venivano chiamate le isole poste tra l’isola sarda e quella corsa. Fa parte della spedizione il giovane sottotenente di artiglieria: Napoleone Bonaparte. Dopo avere occupato due fortini posti sull’isola di Santo Stefano, di fronte all’abitato di La Maddalena ed avere schierato minacciosamente le navi, i francesi iniziano un bombardamento del centro abitato. E’ lo stesso Napoleone che dirige il fuoco, usando per il tiro, uno strumento da lui stesso inventato per garantire la precisione del tiro: l’archipendolo. Le bombe cadono sull’abitato, addirittura la prima era caduta sul tetto della chiesa sfondandolo. In risposta tutte le batterie dei fortini, costruiti sulle isole, sparano contro le nave francesi. La situazione è però drammatica per gli assediati ed un’idea “audace” sta maturando nella mente del giovane nocchiere della marina sarda Domenico Millelire, trasformare gli assedianti i asseditai. Con altri valorosi riesce a portare alcuni cannoni su lance ed arditamente si getta tra le navi ed alle spalle del nemico, il fuoco ravvicinato coglie il nemico alla sprovvista, i cannonieri sono disorientati, perdono tempo a girare i cannoni che erano puntati sul paese. Tra i francesi si hanno anche episodi di ammutinamento e la comparsa di Millelire su quell’incredibile scialuppa armata di un cannone posticcio e 15 uomini scatenati che spara dovette sembrare una visione infernale, che li induce ad una fuga precipitosa. Nella foga della ritirata lo stesso Bonaparte abbandona il suo prezioso archipendolo (attualmente al museo del risorgimento a Torino). Domenico Millelire guadagnerà per quella azione la medaglia d’oro al valore militare e sarà la primissima medaglia d’oro della Marina Militare mentre l’episodio, che rappresenta la prima sconfitta militare del giovane Napoleone, è stato su disposizione dello stesso futuro imperatore, cancellato per lungo tempo dalle sue biografie.
Ribadita l’italianità dell’arcipelago, più tardi, l’ammiraglio Des Geneys crea nell’arcipelago la prima marina Sarda dalla quale trarrà poi origine la Marina Unitaria Italiana. Molti storici concordano sull’individuazione della piccola isola come culla della Marina Italiana.
Più tardi è Orazio Nelson ad interessarsi alle isole, infatti con lo scopo di vigilare sulla flotta francese che andava potenziandosi nel porto di Tolone, adotta come base l’arcipelago. Rendendosi conto della posizione strategica e dei porti naturali esistenti, invita i reali inglesi a procedere all’acquisto di quelle isole che descrive così in una lettera a loro destinata “…quale stazione navale e militare è la più importante del mediterraneo, possiede il più bel porto del Mondo (La Maddalena), è a 24 di vela da Tolone, copre l’Italia e la sua posizione è tale che il vento è favorevole a noi… se perdo la Sardegna io perdo la flotta francese”.
Nelson soggiorna in queste isole dal 1803 fino all’ultima uscita in mare che si concluderà con la battaglia di Trafalgar e la gloriosa morte dell’ammiraglio. Prima di abbandonare l’arcipelago scrive una lettera di ringraziamento a tutti i cittadini e fa dono alla comunità un crocefisso e due candelabri in argento massiccio, finemente incisi accompagnati da una lettera di ringraziamento dello stesso ammiraglio. I preziosi oggetti, con la lettera, si possono ancora ammirare nel museo diocesano della chiesa di Santa Maria Maddalena.
La valenza strategica dell’isola è riconosciuta anche dagli Stati Uniti, che nella metà dell’800 chiedono di poter acquistare l’intero arcipelago.
Intanto un altro celebre personaggio: Giuseppe Garibaldi diventa abitante di queste isole, andando a vivere nella vicina Caprera, ad Est di La Maddalena, dal 1859 al 1882 egli vivrà umilmente ma intensamente su quest’isola, lasciandola solo provvisoriamente per prendere parte a qualche bellica impresa per poi farci ritorno.
Fortificazioni militari vengono costruite in ogni angolo dell’arcipelago ed allo scoppio della prima guerra mondiale, esso è oramai una munitissima ed armatissima fortezza. L’ovvia distanza dai fronti della grande guerra non permettono una partecipazione attiva, per cui è operato un disarmamento di molte fortezze a favore del fronte carsico. I cannoni sono quindi trasferiti nelle zone di guerra o sui pontoni armati.
L’avvento del fascismo e la corsa al riarmo da nuovi impulsi alla base ed una nuova “primavera” si apre per l’arcipelago che in questo periodo conoscerà il suo massimo sviluppo.

Un panorama parziale del centro abitato. In secondo piano le strutture dellex Arsenale ed in fondo l'isola di Caprera; si può vedere la diga ponte (sulla sinistra) che collega l'isola a La Maddalena.


Basi e Porti Strategici della Marina Militare

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